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Galleria Borbonica sotterranea di Napoli

Galleria Borbonica di Napoli

NAPOLI

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Galleria Borbonica di Napoli
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GALLERIA BORBONICA, NAPOLI

Per gli iscritti FAI riduzione del 10% per la visita alla Galleria Borbonica di Napoli - solo Percorso Standard

 Un percorso emozionante e di inestimabile valore che consente di ammirare quanto realizzato nel sottosuolo della città negli ultimi 500 anni.

 

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GALLERIA BORBONICA

NAPOLI

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GALLERIA BORBONICA
La Galleria Borbonica, è una cavità sotterranea di Napoli che si estende sotto la collina di Pizzofalcone, nei pressi di Palazzo Reale, nel quartiere San Ferdinando. Con decreto del 19 febbraio 1853 Ferdinando II di Borbone commissionò all'architetto Errico Alvino, un lungo traforo sotterraneo che collegasse il Largo della Reggia a piazza della Vittoria. Una prima idea di eseguire una galleria sotto il colle, che però non ebbe esiti né conseguenze concrete, fu elaborata da Antonio Niccolini verso il 1850. L'opera rientrava nell'ambito delle opere pubbliche doveva costituire una rapida via di fuga per la famiglia reale in caso di tumulti. Alvino prevedeva una galleria a due corsie con due marciapiedi ai lati. I due sbocchi erano a occidente su via della Pace, proprio davanti alla caserma della Vittoria, mentre a oriente presso l'attuale piazza Carolina, dietro la basilica di San Francesco di Paola. I lavori cominciarono subito, ad aprile dello stesso anno. Si cominciò a scavare da occidente. Lungo il percorso il traforo intercettò la rete di cunicoli e cisterne legate all'antico acquedotto fatto costruire dal nobile Cesare Carmignano (1627-1629) che serviva la città di Napoli. Il tunnel fu inaugurato dal Re il 25 maggio di quell'anno, per l'occasione, il tunnel rimase aperto al pubblico, ignaro degli scopi militari dell'opera, per tre giorni. T Il percorso, nel secolo successivo, fu abbandonato, fino a quando durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni ambienti sotterranei furono adoperati e allestiti come rifugio antiaereo dal Genio Militare, elettrificati e forniti di brandine, arnesi da cucina e una serie di latrine. Nel ricovero antiaereo infatti poteva accadere che i napoletani rimanessero anche per molti giorni. Nel dopoguerra fino agli anni settanta fu adibito a deposito giudiziario comunale. Dal 2005 la struttura è tornata all'attenzione dei geologi che lo hanno ispezionato, su incarico del Commissariato di Governo per l'Emergenza Sottosuolo. Nel 2007, furono riscoperti ulteriori ambienti e infine, dopo vari lavori di scavo e messa in sicurezza della struttura, il sito è stato aperto al pubblico dall'Associazione Culturale "Borbonica Sotterranea" il 29 ottobre 2010. Gli ambienti sommersi da metri e metri di detriti di vario genere sono ritornati allo stato originario, divenendo una rilevante attrazione turistica, grazie all'opera di volontari scavatori provenienti da tutte le zone della città e senza alcun contributo pubblico. Nel settembre 2013, grazie alle continue campagne di scavo, è stato ritrovato un secondo, enorme rifugio antiaereo su più livelli. Dopo vari lavori, è stata intercettata la scala di accesso da palazzo Serra di Cassano. Il 30 gennaio 2016 il sito è stato aperto al pubblico.
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